Circolari N 28

Morogoro: Assemblea degli studenti della Scuola Secondaria gratuita gestita dall’Associazione - Morogoro: Mkutano wa wanafunzi wa Shule ya Sekondari ya Utawa isiyodai ada yoyote - Morogoro: Assembly of the students of the Secondary, no cost School of the Associations

“Abbiate in voi gli stessi sentimenti
che furono in Cristo Gesù” (Fil. 2:3).

Morogoro, 13-11-2004
Carissimi,
eccoci all’ultima circolare del 2004! Ieri abbiamo concluso ufficialmente l’anno scolastico consegnando i certificati a 21 studenti che hanno terminato il livello ordinario delle secondarie. Insieme a loro ne abbiamo festeggiati un’altra ventina che hanno pure affrontato come privatisti gli esami di stato, ma per riparare qualche materia andata male gli anni scorsi (in altre scuole).
Ora per tutti loro, come per i 94 che hanno fatto l’esame di ammissione a quello dell’anno prossimo, c’è da attendere qualche mese per sapere i risultati, ma anche le decisioni del governo circa le irregolarità verificatesi con certezza. Come e più del solito c’è chi ha saputo per tempo le domande predisposte a livello nazionale, soprattutto per la geografia e la storia. A Dar es Salaam, Arusha ed altrove i ricchi hanno potuto comprarle per 50.000/200.000 scellini (=40/160 euro), o magari hanno fatto la colletta per rubarle in qualche scuola con la complicità dei soldati incaricati della sorveglianza… In parlamento c’è chi vuole si ripetano gli esami, ma il costo sarebbe enorme, specie in questo periodo di elezioni locali e di preparazione a quelle nazionali dell’anno prossimo.
Nonostante la chiusura ufficiale (50 giorni di vacanza dopo la lunga tirata!), la nostra scuola continua le lezioni per quelli del sesto anno (che avranno gli esami a metà marzo 2005) e per la classe preparatoria, cioè per gli ultimi arrivati. A settembre ne abbiamo selezionati circa 55 tra i 516 che, venuti da un po’ tutto il paese, hanno affrontato l’esame di ammissione. Per gli altri, solo tante lacrime al vedersi sfuggire quella che probabilmente era l’ultima occasione di ricevere un’istruzione superiore che in teoria sarebbe un loro diritto.
Accennavo alle elezioni. Vi ci si prepara in tanti modi: ad esempio, cercando furbescamente appoggi di qua e di là, o invece pregando umilmente Dio che vadano bene, come la Chiesa ha ordinato di fare per un anno intero. In realtà i giochi saranno fatti prima del voto popolare. Dato che l’opposizione è ancora inconsistente, chi sarà presentato dal partito al potere sarà ratificato dagli elettori, salvo qualche seggio in parlamento per la minoranza. Il primo presidente era cattolico e veniva dal nord della Tanzania continentale. Il secondo era musulmano e proveniva dalle isole. Il terzo è cattolico e proviene dal sud della parte continentale. A chi tocca questa volta? I musulmani dicono che spetta a loro per l’alternanza coi cristiani. I protestanti pretendono lo stesso perché finora non hanno avuto spazi di rilievo. Gli isolani, anche se pochi, si appellano al loro essere l’altra parte dell’Unione a due; tra loro c’è chi dice pure che se il secondo presidente veniva dall’isola maggiore, il quarto dev’essere della minore. Senza contare che altre zone del paese puntano su qualche loro personaggio. In realtà da nessuna parte è scritto che si debba calibrare così la distribuzione delle cariche e molti chiediamo che vinca il migliore! O il meno peggiore…
Come sempre le maggiori preoccupazioni vengono dalle isole: Zanzibar è un posto meraviglioso, ma la gente è mezza araba e quasi tutta musulmana… La loro economia dipende sempre più dal turismo, ma vogliono che si capisca bene quanto volentieri farebbero a meno degli stranieri che portano i soldi… Durante l’anno han fatto saltare quattro chiese (di cui tre cattoliche) ed il governo per prudenza od interesse ha messo tutto a tacere. Ora distruggono o minacciano locali e botteghe di tanzaniani nativi del continente. Lo scopo è lo stesso: costringerli a riattraversare lo stretto e non iscriversi per votare l’anno prossimo nelle isole, dato che sosterrebbero il partito al governo per non essere espulsi… Dopo aver preteso una bandiera propria hanno ottenuto anche un inno nazionale a sé, diverso da quello dell’Unione. La gente di qua è sempre più disgustata ma, come vide bene Nyerere, non c’è alternativa: lasciando soli gli Zanzibaresi, si scannerebbero senza riserve e noi avremmo altre centinaia di migliaia di profughi da assistere…
Finora ci si iscriveva di elezione in elezione. Quest’anno si stanno spendendo miliardi per realizzare un apposito registro permanente, in aggiunta a quello anagrafico, tuttora molto problematico dato che i nomi e cognomi si possono usare e cambiare come si vuole, quasi nessuno ha il certificato di nascita o un documento d’identità, nelle zone di confine non si capisce chi sia giuridicamente tanzaniano e chi straniero, etc. Gli esperti dicono che la democrazia se ne avvantaggerà, ma io non ho capito ancora come. In ogni caso la maggioranza della popolazione non ne sa niente. E’ la solita democrazia dall’alto, in cui il popolo (“demo”) conta poco. Da parte mia ho preso il gusto di leggere i nomi degli elettori per vedere com’è cambiata la nostra borgata in 5 anni: nel complesso è pressappoco raddoppiata, avvicinandosi ai 4.000 abitanti; più in particolare i cristiani sono quasi triplicati, divenendo così la maggioranza (55%) al posto dei musulmani che prima costituivano i 2/3. Non è che molti di essi abbiano cambiato religione, né che i cristiani li abbiano battuti nel prolificare, ma che tanta gente continua ad immigrare dal resto del paese, sempre più a maggioranza cristiana (gli ultimi pagani vanno facendosi battezzare, mentre l’Islam attira poco).
Sempre in tema di numeri, sono stati appena pubblicati i risultati ufficiali del nuovo conteggio circa l’andamento dell’AIDS. Si riferiscono alla popolazione compresa tra i 15 e i 49 anni, indicando un po’ più di un milione di sieropositivi, una percentuale del 7%, con leggera prevalenza femminile. Naturalmente nelle città e nella fascia di età tra i 30 e i 44 anni detto indicatore è più alto, superando il 10%. Contrariamente a quanto risaputo, i nuovi dati indicano per la regione di Morogoro una percentuale del 5,4: speriamo che almeno sia vera, anche se non è proprio allegra! Se in altre regioni si scende fino al 2%, ve ne sono due in cui si sfiora il 14%, come in quella di Iringa dove ho vissuto undici anni. Non per niente le notizie che mi giungono dal villaggio di Izazi sono sempre più nere. Il parroco della zona, che risiede a Migoli, porta gli orfanelli sieropositivi a Dodoma, dove sr. Rosaria, missionaria romana del Preziosissimo Sangue, ha fondato per oltre 100 di loro il villaggio della speranza. Li ama, li nutre, li cura per allungargli la vita sperando che si negativizzino. Spende per loro oltre 10.000 euro al mese. Nella città di Iringa i missionari e le missionarie della Consolata, tra gli altri, si prodigano per assistere quotidianamente i colpiti e gli orfani, ma sono sopraffatti dalla quantità dei bisogni. Chi scegliere di aiutare? E se poi le medicine restituissero una parvenza di salute a dei sieropositivi, non ci sarà il pericolo che, nonostante le raccomandazioni, continuino ad avere rapporti sessuali e diffondere l’epidemia? Quest’anno le suore hanno ricevuto una promessa di aiuti da un ente statunitense, ma con una condizione che non hanno potuto accettare: quella di non procurare flebo a chi ne ha bisogno… ché muoiano prima possibile.
Per finire in casa, abbiamo terminato da poco l’annuale periodo di accoglienza di nuove vocazioni per una prima, reciproca conoscenza. Quest’anno erano 17, in maggioranza maschi, e quasi tutti hanno scelto di restare. Ringraziamo Dio anche perché l’ambiente di Kiroka, in cui dovrebbero crescere per due anni, si è un po’ rasserenato dopo i problemi creati dal parroco ultracarismatico. Il vescovo lo ha sospeso, affidando provvisoriamente la parrocchia ai carmelitani scalzi dall’India che l’avevano già servita una dozzina di anni fa. Purtroppo la maggioranza dei carismatici ha deciso di separarsi dalla Chiesa Cattolica (colpevole di usare le immagini e gli alcolici!) e fondare una propria comunità “pentecostale”: come se non ce ne fossero già abbastanza… Lo Spirito Santo a Pentecoste aveva unito la gente; mentre quelli che oggi si richiamano anche nel nome a detto avvenimento non fanno che creare divisioni. La dispersione soggettivista (espressa soprattutto nelle circa 35.000 denominazioni protestanti) costituisce uno dei problemi più gravi per la Chiesa, proprio mentre sta facendo di tutto per l’unità ecumenica voluta da Cristo. Anche in Tanzania tale dispersione è evidente, anche se compensata e superata in quantità dall’afflusso dei suddetti “ultimi pagani”.
In settimana dovrei andare al sud per visitare le nostre sorelle che il vescovo di Mbeya ha recentemente trasferito ad Ipoka, nella provincia di Ileje che finora ha soltanto 3 parrocchie. L’occasione per il viaggio mi è offerta dalla celebrazione (domenica prossima) del centenario della Chiesa Cattolica in quella regione a maggioranza protestante dove più che altrove si trovano decine di chiese dalle più varie allineate una a fianco dell’altra. Il commissario regionale (musulmano) parlava di “chiese familiari” in cui il padre è arcivescovo, la madre è vescovo e il figlio è pastore: tutti protesi a ricevere i sostegni economici dalle comunità collegate degli USA.
Infine, al culmine del triennio di prova, 4 nostre novizie e uno dei novizi si stanno preparando ad emettere la promessa il 6 febbraio 2005. Questi per loro sono i tre mesi di purificazione, durante ognuno dei quali si confrontano con uno dei consigli evangelici di castità, povertà ed obbedienza che costituiscono le caratteristiche più singolari della vita consacrata sull’esempio di Gesù. Accompagnateli nella preghiera perché sappiano farli propri fin nel più intimo e testimoniarli in un mondo così diversamente orientato. Il Signore vi dia la sua pace!
fr. Riccardo Maria




DALLE NOSTRE COSTITUZIONI:
2.5. PROVA

2.5.1. In un ambiente di fede, preghiera e servizio fraterno, i probandi imparino la scienza dell’amore per avere lo stesso atteggiamento di Gesù: rinnegarsi con gioia ed essere umili e miti con tutti e in ogni circostanza.
2.5.2. Siano aiutati a fare ciò attraverso insegnamenti cristiani e francescani, e soprattutto attraverso colloqui personali col formatore, perché riconoscano come siano amati così quali sono, insieme a come possano maturare.
2.5.3. Detta prova dura tre anni, a meno che a volte sia necessario aggiungere un quarto anno.
2.5.4. Il secondo anno il servo su richiesta del formatore può mandare i probandi a vivere comunitariamente in un altro posto, o può permettere loro di saltarlo qualora intendano emettere la promessa temporanea.
2.5.5. In ogni caso in questa tappa si sottolineino preghiera e meditazione, come Gesù fece a Nazareth quando si preparò ad offrirsi completamente al Padre per togliere il peccato del mondo.
2.5.6. Circa tre mesi prima che il tempo di prova finisca, ognuno chieda per iscritto al consiglio della fraternità di emettere la promessa per tutti i giorni della sua vita o per un tempo non inferiore ad un anno.
2.5.7. Dopo aver ricevuto informazioni dal formatore insieme ai pareri della comunità, detto consiglio discuta la richiesta e voti segretamente su di essa, considerando se l’emettere la promessa aiuterà il probando ad amare di più oppure l’opprimerà sotto il suo peso.
2.5.8. Se il probando sarà stato accettato, prima di emettere la promessa temporanea lasci a qualcuno la gestione e l’usufrutto dei propri beni personali, e inoltre scriva il proprio testamento; dopo di ciò avrà bisogno di motivi ragionevoli e del permesso del guardiano per cambiare le proprie decisioni.